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DINAMICHE FINANZIARIE IN AZIENDA – QUALCHE CONSIDERAZIONE UTILE (Parte 1)

 

 

di Riccardo Bordignon


Nel nostro precedente articolo, attraverso un semplicissimo esempio, abbiamo evidenziato come le dinamiche economiche e quelle finanziarie, benchè intrecciate, spesso abbiano caratteristiche e tempistiche differenti.

A voler puntualizzare un po’ meglio, se da un lato le dinamiche economiche sono le dinamiche che dovrebbero garantire la sopravvivenza nel tempo dell’azienda perché hanno a che fare con la capacità della stessa di generare reddito e, in ultima istanza, di creare autofinanziamento per la società, dall’altro l’azienda entra in crisi sempre per mancanza di liquidità.

Si comprende, quindi, come tale mancanza di liquidità possa generalmente derivare da:

  1. Una gestione economica non profittevole che, di conseguenza, nel medio-lungo termine genera una mancanza di liquidità dovuta a perdite;
  2. Una non corretta o, nei casi peggiori la mancanza, gestione finanziaria equilibrata.

Ecco allora qualche informazione utile per la gestione della tesoreria (la finanza aziendale quotidiana).

Il primissimo elemento a cui prestare attenzione è la coerenza tra i tempi di incasso dei ricavi (incassi da clienti) ed i tempi di pagamento dei costi (pagamenti ai fornitori).

E’ evidente che se siamo in presenza di uno sbilanciamento tra queste due partite (i tempi di incasso sono maggiori dei tempi di pagamento) l’azienda si troverà in perenne stato di crisi di liquidità a cui dovrà far fronte. Normalmente per far fronte a tale tipo di sbilanciamento si ricorre all’utilizzo di credito bancario attraverso gli affidamenti autoliquidanti (linee di salvo buon fine e linee di anticipo fatture) o attraverso fidi di cassa (un piccolo polmone finanziario che le banche mettono a disposizione proprio per sopperire ad improvvisi e imprevisti sbilanciamenti tra entrate e uscite per l’azienda).

L’utilizzo del credito bancario attraverso tali linee di affidamento è normale e spesso molto comodo ma dobbiamo sempre tenere a mente che ha un costo e che tale costo ha un impatto non solo in termini finanziari immediati (gli interessi e le commissioni bancarie si pagano a breve) ma anche in termini economici (il profitto aziendale si riduce).

Un altro elemento che molto spesso si sottovaluta o si gestisce in modo un po’ superficiale è il Magazzino.

La gestione del magazzino, che esso sia costituito da materie prime, semilavorati o merci/prodotti finiti da vendere, è una gestione importantissima perché parte delle risorse finanziarie sono investite proprio in questo comparto (infatti si tratta di una delle poste del Capitale Circolante ed il termine ci sta proprio ad indicare come il magazzino sia un investimento di capitale).

Avere un magazzino è sicuramente utile e, molte volte, indispensabile perché:

  1. Avere a disposizione un certo livello di materie prime o di prodotti permette all’azienda di far fronte a richieste di lavoro/vendita con tempi rapidi e la velocità di risposta alle richieste del mercato è spesso un fattore importante per avere la meglio su aziende concorrenti;
  2. Avere a disposizione un certo livello di magazzino consente una migliore pianificazione del lavoro da parte dell’azienda, senza che essa sia condizionata, se non in misura marginale, dai tempi di fornitura da parte dei fornitori;
  3. Spesso il magazzino consente anche di far fronte con un certo livello di rapidità (e di soddisfazione per il cliente finale) a richieste di intervento per guasti e/o malfunzionamenti e la rapidità/qualità in termini di assistenza è un fattore fondamentale per la fidelizzazione dei clienti e la buona pubblicità che questi possono fare all’azienda.

D’altra parte, però, avere il magazzino materie prime/prodotti comporta anche notevoli svantaggi:

  1. Il magazzino sono risorse finanziarie immobilizzate per un certo tempo (l’azienda ha acquistato o prodotto e ha messo in stock) e, quindi, ha utilizzato soldi che avrebbero potuto essere utilizzati per pagare qualcos’altro;
  2. Il magazzino è costituito da cose che possono diventare obsolete o possono deperire e quando questo accade spesso dobbiamo far fronte sia ad una perdita finanziaria (devo spendere ulteriori soldi per il ripristino o, peggio, non riesco più a venderle e quindi ad incassare i soldi immobilizzati) sia ad una perdita economica (in Conto Economico maggiori costi per il rispristino o minori ricavi di vendita o, nello Stato Patrimoniale, la svalutazione del magazzino stesso);
  3. La gestione di un magazzino comporta normalmente dei costi (e quindi anche delle uscite finanziarie) maggiori rispetto alla scelta di non avere alcun magazzino. Si pensi, ad esempio, al costo delle aree di immagazzinamento (superficie, attrezzature, riscaldamento/raffrescamento delle aree, costi per la messa in sicurezza, costi assicurativi etc..), ai costi di movimentazione e di logistica etc…; 

Ci si potrebbe soffermare moltissimo su questo tema ma non è l’obiettivo di questo articolo. Tuttavia, l’importanza della gestione del magazzino e del suo impatto finanziario (ma anche organizzativo) è indiscutibile. 

Si pensi che la “produzione snella” giapponese nasce in Toyota, in prima battuta, per gestire l’organizzazione della produzione cercando di limitare gli svantaggi e gli impatti finanziari del magazzino attraverso l’utilizzo del sistema di fornitura just in time.

Crediti, debiti commerciali e rimanenze/scorte sono poste del Capitale Circolante dell’azienda e la loro configurazione, la loro dinamica nel corso del tempo, mai statica, contribuisce anch’essa alla capacità o alla difficoltà da parte dell’azienda di far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento.

Ma certamente vi sono anche altri elementi che concorrono ad influenzare la dinamica finanziaria …. proveremo ad esaminarne qualcuno in uno dei prossimi articoli.

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